Le
infezioni da Legionella spp sono considerate un problema emergente in
Sanità Pubblica, tanto che sono sottoposte a sorveglianza speciale da parte
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), della Comunità Europea
(prima da parte dell'European Working Group for Legionella Infections
- EWGLI poi dal 2010 da parte dell'European
Legionnaires' Disease Surveillance Network - ELDSNet) e
dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che ha istituito dal 1983 il Registro
Nazionale della Legionellosi.
Negli Stati Uniti tra il 1980 e il
1998 sono stati riportati al CDC (Centers for Disease Control and Prevention
di Atlanta) 356 casi di
Malattia dei Legionari in media all’anno, numero di molto inferiore alla reale
incidenza della malattia stimata intorno agli 8.000-18.000 casi ogni anno. Nel decennio 2000-2009 il numero di casi di Malattia dei
Legionari riportati in totale dai 50 stati americani e da Washington D.C. è
stato pari a 22.418; il numero annuale di casi è triplicato, passando da 1.110
nel 2000 a 3.522 nel 2009, ed il tasso grezzo di incidenza è aumentato del 192%
(0,39 per 100.000 abitanti nel 2000 e 1,15 nel 2009). Solo nel biennio
2014-2015 [dati aggiornati a luglio 2019] sono stati segnalati in totale 11.245
casi confermati di Malattia dei Legionari, dei quali 5.166
nel 2014 e 6.079 nel 2015, con un tasso grezzo di incidenza pari rispettivamente
a 1,62 e 1,89 per 100.000 abitanti. Nel biennio
2015-2016,
su un totale di 12.200 casi di Malattia dei Legionari in cittadini
residenti negli
Stati Uniti, 1.499 casi (12,3%) si sono verificati in persone che hanno segnalato un pernottamento
in luoghi diversi dall’abitazione abituale, sia all'interno che all'esterno degli Stati Uniti, durante i 10 giorni prima dell'insorgenza dei sintomi.
Report epidemiologici annuali sui casi di
Malattia dei Legionari in Europa pubblicati dall'ECDC:
10
May 2022. Annual
Epidemiological Report 2022:
dati relativi alle notifiche di casi di Malattia dei Legionari in Europa nel 2020.
24
May 2021. Annual
Epidemiological Report 2021:
dati relativi alle notifiche di casi di Malattia dei Legionari in Europa nel 2019.
23
July 2020. Annual
Epidemiological Report 2020:
dati relativi alle notifiche di casi di Malattia dei Legionari in Europa nel 2018.
17
January 2019. Annual
Epidemiological Report 2019:
dati relativi alle notifiche di casi di Malattia dei Legionari in Europa nel
2017.
8
August 2018. Annual
Epidemiological Report 2018: dati relativi alle
notifiche di casi di Malattia dei Legionari in Europa nel 2016.
15
November 2017. Annual
Epidemiological Report 2017: dati relativi alle
notifiche di casi di Malattia dei Legionari in Europa nel 2015.
Estratti dai Report epidemiologici
annuali sulle malattie sottoposte a obbligo di notifica in Europa pubblicati
dall'ECDC:
Annual Epidemiological Report 2014, pagine
16-21: dati
relativi alle notifiche di casi di Malattia dei Legionari in Europa nel periodo
2012-2013.
Annual Epidemiological Report 2013, capitolo
2.1, pagine 25-28:
dati relativi alle notifiche di casi di Malattia dei Legionari in Europa nel
periodo 2011-2012.
Annual Epidemiological Report 2012, capitolo
2.3, pagine 92-95:
dati relativi alle notifiche di casi di Malattia dei Legionari in Europa nel
periodo 2010-2011.
Annual
Epidemiological Report 2011, capitolo 2.1, pagine 30-32: dati relativi alle notifiche di casi di
Malattia dei Legionari in Europa nel periodo 2009-2010.
Annual
Epidemiological Report 2010, capitolo 2.1, pagine 20-22: dati relativi alle notifiche di casi di
Malattia dei Legionari in Europa nel periodo 2008-2009.
In Europa nel periodo 2011-2015
sono stati segnalati dai 27 paesi dell'Unione Europea
più Islanda e Norvegia 30.532 casi, dei quali 28.188 confermati e 2.344
probabili. Quattro paesi (Francia, Germania, Italia e Spagna) rappresentano il
70,3% di tutti i casi riportati. La percentuale di casi riportati risulta
aumentata dal 90,6% nel 2011 al 93,3% nel 2015, con un numero annuo di casi
segnalati che varia da 4.915 nel 2011 a 6.986 nel 2015. Il tasso di incidenza
per centomila abitanti è aumentato da 0,97 nel 2011 a 1,30 nel 2015, con un
incremento annuale di 0,09 casi per centomila abitanti. Considerando i casi per
i quali era nota l'origine dell'infezione (26.900 casi dal 2011 al 2015) il
70,7% (n=19,019) erano comunitari, il 19,9% (n=5.357) erano associati ai viaggi,
il 7,3% (n=1.973) erano nosocomiali e il 2,0% (n=551) erano casi associati ad
altri fattori.
Nel 2010 sono stati riportati all'ELDSNet 864 casi di
Malattia dei legionari associati ai viaggi, con un incremento del 5,6% rispetto
al 2009, quando furono registrati 818 casi. I paesi che hanno segnalato più
casi sono stati Francia (n=191), Regno Unito (n=154), Paesi Bassi (n=148) e
Italia (n=142). L'Italia è risultata il paese in cui si sono verificati più
casi (n=209), seguita da Spagna (n=177), Francia (n=172) e Turchia (n=48). Nel
2010 sono stati rilevati 100 clusters che hanno coinvolto 213 persone. I paesi
associati al maggior numero di clusters sono stati Italia (n=24), Spagna (n=14),
Francia (n=12) e Turchia (n=10). Il cluster più grande si è verificato in
Italia ed ha interessato sette casi.
Nel biennio 2009-2010
sono stati segnalati dai 27 paesi
dell'Unione Europea più Islanda e Norvegia 11.856 casi, dei quali 5.551 nel
2009 e 6.305 nel 2010. Nel periodo agosto-settembre 2010 si è osservato un
incremento dei casi comunitari limitato prevalentemente a Francia, Germania e
Paesi Bassi, attribuibile alle condizioni climatiche. Il tasso di incidenza per
centomila abitanti è risultato pari a 1,10 nel 2009 e a 1,24 nel 2010.
Considerando i casi per i quali era nota l'origine dell'infezione (10.582 casi
corrispondenti all'89,2%) il 71,8% (n=7.397) erano comunitari, il 20% (n= 2.187)
erano, l' 8% (n=893) erano nosocomiali e l'1% (n=103) erano casi che non è
stato possibile classificare.
Nel 2009 sono stati riportati allo EWGLINET 818
casi di Malattia dei legionari associati ai viaggi, a fronte di 870 casi nel
2008 e 947 nel 2007. Questo decremento in parte riflette il calo del numero di
viaggiatori e l'impatto della recessione globale sul turismo, ma anche la
maggior attenzione al controllo della contaminazione e alla prevenzione
dell'infezione nelle strutture turistiche può aver contribuito a ridurre il
numero di casi. I paesi che hanno segnalato più casi sono stati Regno Unito
(n=173), Italia (n=169), Francia (n=163) e Paesi Bassi (n=109). L'Italia è
risultata anche il paese in cui si sono verificati più casi (n=209), seguita da
Francia (n=135), Spagna (n=92) e Turchia (n=45). Anche il numero di clusters è
diminuito da 92 nel 2008 a 75 nel 2009. I paesi associati al maggior numero di
clusters sono stati Italia (n=26), Francia (n=16), Turchia (n=10) e Spagna
(n=9). Il cluster più grande si è verificato in Italia ed ha interessato sette
casi.
Nel biennio 2007-2008 sono stati segnalati in totale 11.867 casi:
5.907 sono stati segnalati nel 2007 da 33 paesi e 5.960 nel 2008 da 34 paesi
(incluso Cipro, che partecipava per la prima volta). I due paesi con la maggior
differenza nel numero di casi tra il 2007 e il 2008 sono stati la Russia (con
140 casi nel 2007 a causa di una grossa epidemia e "solo" 18 casi nel
2008) e l'Italia (851 casi nel 2007 e 1.107 casi nel 2008). Il tasso di
incidenza per milione di abitanti è risultato pari a 11,3 nel 2007 (sulla base
di una popolazione totale di 523 milioni) e a 11,8 nel 2008 (sulla base di una
popolazione totale di 506 milioni). Nel biennio 2007-2008 sono stati riportati
748 (6,3%) casi nosocomiali, 7.328 (61,8%) comunitari, 2.510 (21,2%) associati
ai viaggi e 1.281 (10,8%) che non è stato possibile classificare. Inoltre sono
state individuate 243 epidemie che hanno coinvolto in totale 890 persone: 28
erano nosocomiali, 63 comunitarie, 150 associate ai viaggi e 2 di origine
sconosciuta.
Nel periodo 1993-2006 sono
stati notificati in totale 42.627 casi di Malattia dei Legionari, e di questi
quasi 12.000 si sono verificati nel biennio 2005-2006, con 5.700 casi nel 2005 e
6.280 nel 2006. Questo aumento è in parte attribuibile al fatto che un numero
sempre maggiore di paesi ha introdotto a livello nazionale programmi di
sorveglianza per la prevenzione ed il controllo della legionellosi. Infatti il
numero di paesi che hanno inviato i dati all'EWGLI è passato da 19 nel 1993 a
34 nel 2003 e 35 dal 2004 fino al 2006, con l'inserimento di Andorra. Il tasso
medio di infezione è risultato pari a 10,3 casi per milione di abitanti nel
2005 (sulla base di una popolazione totale di 551 milioni) e a 11,2 casi per
milione di abitanti nel 2006 (sulla base di una popolazione totale di 563
milioni); in entrambi gli anni i tassi più alti sono stati riportati dalla
Spagna (28,4/1.000.000 nel 2005 e 30,0/1.000.000 nel 2006), seguita nel 2005
dalla Francia (24,8/1.000.000) e nel 2006 dall'Olanda (26,9/1.000.000). Si
ritiene tuttavia che la frequenza della malattia sia ancora largamente
sottostimata e che l’incidenza più probabile in Europa sia superiore ai 20
casi per milione di abitanti. Nel biennio 2005-2006 sono stati riportati 629
(5,3%) casi nosocomiali, 7.041 (58,8%) comunitari, 2.622 (21,8%) associati ai
viaggi e 1.688 (14,1%) che non è stato possibile classificare. Inoltre sono
state individuate 214 epidemie che hanno coinvolto in totale 1.028 persone: 19
erano nosocomiali, 44 comunitarie, 143 associate ai viaggi e 8 di origine
sconosciuta. Le torri di raffreddamento sono state indicate come sorgenti di
infezione in 19 epidemie comunitarie, gli impianti idrici sono risultati
responsabili di 15 epidemie nosocomiali, 5 comunitarie e 52 associate ai viaggi,
le vasche idromassaggio di 4 epidemie comunitarie e 3 associate ai viaggi.
Estratti dai Rapporti annuali sulla
legionellosi pubblicati nel Notiziario dell'Istituto Superiore di Sanità:
Nel
2018 sono pervenute all’ISS 2.964 schede di sorveglianza relative ad
altrettanti casi di legionellosi, di cui 2.876 confermati e 88 probabili. Il 77,8% dei casi è stato notificato da 6
regioni (Lombardia, Veneto, Emilia- Romagna, Toscana, Lazio e Piemonte), il
rimanente 22,2% dalle rimanenti 15 Regioni e Province Autonome. L'incidenza della
legionellosi in Italia nel 2018 è stata pari a 48,9 casi per milione di abitanti,
con un significativo incremento rispetto al 2017 (33,2 casi per milione). Si
osserva anche un gradiente Nord Sud con valori significativamente
più elevati nelle Regioni del Nord (75,3 casi/1.000.000 abitanti) rispetto a
quelle del Centro (49,9 casi/1.000.000) e a quelle del Sud (13,2 casi/1.000.000).
Solo il 15,8% dei casi ha riportato un'esposizione a rischio nei 10 giorni
precedenti l'insorgenza dei sintomi. Dei 2.964 casi notificati, 298 (10,1%) avevano pernottato almeno
una notte in luoghi diversi dall’abitazione abituale (alberghi, campeggi, navi,
abitazioni private), 101 (3,4%) erano stati
ricoverati in ospedale, 64 casi (2,2%) erano residenti in case per anziani o in
residenze sanitarie assistenziali o strutture riabilitative, 4 casi (0,1%) avevano altri fattori di rischio (carceri, comunità chiuse). L'84,2%
dei casi è stato classificato come di origine comunitaria non nota, anche se 23
soggetti hanno riferito di aver frequentato una piscina e 24 di aver ricevuto cure odontoiatriche.
La percentuale di casi nosocomiali (3,4% - 101 casi di cui 46 di origine nosocomiale confermata)
è diminuita rispetto all'anno precedente (6,2%), mentre il numero di casi associati
ai viaggi (518) è leggermente aumentato rispetto al 2017 (436). I casi in turisti italiani sono stati
complessivamente 298, di cui il 94,2% aveva soggiornato in albergo e il
rimanente 5,8% in
campeggio. La maggioranza dei turisti
italiani ha viaggiato in Italia e solo nell'11% dei casi la meta del viaggio è
stata una località straniera. I casi di legionellosi verificatisi in turisti
stranieri che hanno visitato l’Italia e notificati all’ISS dall'ELDSNet sono
stati 220. Nel 2018 sono stati notificati 103 cluster associati
con altrettante strutture recettive italiane che hanno coinvolto in totale 176 turisti.
Ventisette strutture erano già state associate con casi di
legionellosi nei due anni precedenti. Nel 2018 si sono verificati in Italia due
eventi epidemici. Il primo ha coinvolto 52 persone, di cui 5 decedute, residenti
nella città di Bresso (MI). Questa epidemia è stata causata da L.
pneumophila di sierogruppo 1 e l'unica correlazione genomica è stata
trovata con ceppi ambientali isolati da una fontana pubblica. Il secondo evento
epidemico ha coinvolto 105 persone residenti in alcuni comuni situati tra le
province di Brescia e Mantova con 28 casi confermati e 77 probabili. In questa
epidemia sono stati isolati e tipizzati solo 7 ceppi clinici: 3 di L.
pneumophila di sierogruppo 2 e 4 di L. pneumophila di sierogruppo 1.
Tra i campioni ambientali analizzati, una correlazione genomica è stata
riscontrata solo con ceppi di L. pneumophila di sierogruppo 2 isolati dal
fiume Chiese, tuttavia la fonte di infezione è rimasta sconosciuta.
Nel
2017
sono pervenute all’ISS 2.014 schede di sorveglianza relative ad altrettanti
casi di legionellosi, di cui 1.981 confermati e 33 probabili. Il 77,4% dei casi
è stato notificato da 6 regioni (Lombardia, Veneto, Emilia- Romagna, Toscana,
Lazio e Piemonte), il rimanente 22,6% dalle rimanenti 15 Regioni e Province
Autonome. L'incidenza della legionellosi in Italia nel 2017 è stata pari a 33,2
casi per milione di abitanti, in lieve incremento rispetto al 2016 (28,2 casi
per milione). Si osserva anche un gradiente Nord Sud con valori più elevati
nelle Regioni del Nord (50,1 casi/1.000.000 abitanti) rispetto a quelle del
Centro (35,1 casi/1.000.000) e a quelle del Sud (9,7 casi/1.000.000). Il 21,6%
dei casi ha riportato un'esposizione a rischio nei 10 giorni precedenti
l'insorgenza dei sintomi. Dei 2.014 casi notificati, 239 (11,9%) avevano
pernottato almeno una notte in luoghi diversi dall’abitazione abituale
(alberghi, campeggi, navi, abitazioni private), 124 (6,2%) erano stati
ricoverati in ospedale, 60 casi (3,0%) erano residenti in case per anziani o in
residenze sanitarie assistenziali o strutture riabilitative, 11 casi (0,5%)
avevano altri fattori di rischio (carceri, comunità chiuse). Il 78,5% dei
casi è stato classificato come di origine comunitaria non nota, anche se 24
soggetti hanno riferito di aver frequentato una piscina e 20 di aver ricevuto
cure odontoiatriche. La percentuale di casi nosocomiali (6,2% - 124 casi di
cui 50 di origine nosocomiale confermata) è aumentata rispetto all'anno
precedente (5,0%), mentre il numero di casi associati ai viaggi (436) è
leggermente aumentato rispetto al 2016 (350). I casi associati ai viaggi,
notificati dalle ASL e dagli ospedali italiani, sono stati complessivamente 239,
di cui il 92,8% aveva soggiornato in albergo e il rimanente 7,2% in altre
strutture recettive. La maggioranza dei turisti italiani ha viaggiato in Italia
e solo nel 6,7% dei casi la meta del viaggio è stata una località straniera. I
casi di legionellosi verificatisi in turisti stranieri che hanno visitato
l’Italia e notificati all’ISS dall'ELDSNet sono stati 206. Nel 2017 sono
stati notificati 86 cluster associati con altrettante strutture recettive
italiane che hanno coinvolto in totale 161 turisti. Trentaquattro strutture
erano già state associate con casi di legionellosi nei due anni precedenti.
Nel
2016
sono pervenute all’ISS 1.710 schede di sorveglianza relative ad altrettanti
casi di legionellosi, di cui 1.680 confermati e 30 probabili. Il 75% dei casi è
stato notificato da 6 regioni (Lombardia, Veneto, Emilia- Romagna, Toscana,
Lazio e Piemonte), il rimanente 25% dalle rimanenti 13 Regioni e 2 Province
Autonome. L'incidenza della legionellosi in Italia nel 2016 è risultata pari a
28,2 casi per milione di abitanti, in lieve incremento rispetto all’anno
passato (25,8 casi per milione). Si osserva anche un gradiente Nord Sud con
valori più elevati nelle Regioni del Nord (41,3 casi/1.000.000 abitanti)
rispetto a quelle del Centro (29,8 casi/1.000.000) e a quelle del Sud (9,8
casi/1.000.000). Il 20,4% dei casi ha riportato un'esposizione a rischio nei 10
giorni precedenti l'insorgenza dei sintomi. Dei 1.710 casi notificati, 177
(10,4%) avevano pernottato almeno una notte in luoghi diversi dall’abitazione
abituale (alberghi, campeggi, navi, abitazioni private), 86 (5,0%) erano stati
ricoverati in ospedale, 35 casi (2,1%) erano residenti in case per anziani o in
residenze sanitarie assistenziali o strutture riabilitative, 28 casi (1,6%)
avevano altri fattori di rischio (carceri, comunità chiuse). Il 79,6% dei
casi è stato classificato come di origine comunitaria non nota. La
percentuale di casi nosocomiali (5,0% - 86 casi di cui 39 di origine
nosocomiale confermata) è diminuita rispetto all'anno precedente (5,3%), mentre
il numero di casi associati ai viaggi (350) è rimasto invariato. I casi
associati ai viaggi sono stati complessivamente 177, di cui il 93% aveva
soggiornato in albergo e il rimanente 7% in altre strutture recettive. La
maggioranza dei turisti italiani ha viaggiato in Italia e solo nel 7% dei casi
la meta del viaggio è stata una località straniera. I casi di legionellosi
verificatisi in turisti stranieri che hanno visitato l’Italia e notificati
all’ISS dall'ELDSNet sono stati 173. Nel 2016 sono stati notificati 76 cluster
associati con altrettante strutture recettive italiane che hanno coinvolto in
totale 118 turisti. Diciassette strutture erano già state associate con casi di
legionellosi nei due anni precedenti.
Nel
2015
sono pervenute all’ISS 1.569 schede di sorveglianza relative ad altrettanti
casi di legionellosi, di cui 1.548 confermati e 21 probabili. Il 78% dei casi è
stato notificato da 6 regioni (Lombardia, Veneto, Emilia- Romagna, Toscana,
Lazio e Piemonte), il rimanente 22% dalle rimanenti 14 Regioni e Province
Autonome. L'incidenza della legionellosi in Italia nel 2015 è risultata pari a
25,8 casi per milione di abitanti, in lieve incremento rispetto all’anno
precedente (25,1 casi per milione). Si osserva anche un gradiente Nord Sud con
valori più elevati nelle Regioni del Nord (38,9 casi/1.000.000 abitanti)
rispetto a quelle del Centro (25,9 casi/1.000.000) e a quelle del Sud (8,5
casi/1.000.000). Il 21,2% dei casi ha riportato un'esposizione a rischio nei 10
giorni precedenti l'insorgenza dei sintomi. Dei 1.569 casi notificati, 200
(12,7%) avevano pernottato almeno una notte in luoghi diversi dall’abitazione
abituale (alberghi, campeggi, navi, abitazioni private), 82 (5,3%) erano stati
ricoverati in ospedale, 38 casi (2,4%) erano residenti in case per anziani o in
residenze sanitarie assistenziali o strutture riabilitative, 13 casi (0,8%)
avevano altri fattori di rischio (carceri, comunità chiuse). Il 78,8% dei
casi è stato classificato come di origine comunitaria non nota, anche se 20
soggetti hanno riferito di aver frequentato una piscina e 16 di aver ricevuto
cure odontoiatriche. La percentuale di casi nosocomiali (5,3% - 82 casi di
cui 33 di origine nosocomiale confermata) è aumentata rispetto all'anno
precedente (4,1%), così come il numero di casi associati ai viaggi (351) è
aumentato rispetto al 2014 (252). I casi associati ai viaggi sono stati
complessivamente 192, di cui il 90% aveva soggiornato in albergo e il rimanente
10% in altre strutture recettive. La maggioranza dei turisti italiani ha
viaggiato in Italia e solo nel 12% dei casi la meta del viaggio è stata una
località straniera. I casi di legionellosi verificatisi in turisti stranieri
che hanno visitato l’Italia e notificati all’ISS dall'ELDSNet sono stati
159. Nel 2015 sono stati notificati 54 cluster associati con altrettante
strutture recettive italiane che hanno coinvolto in totale 88 turisti. Ventuno
strutture erano già state associate con casi di legionellosi nei due anni
precedenti.
Nel
2014 sono pervenute all’ISS 1.497 schede di sorveglianza relative ad
altrettanti casi di legionellosi, di cui 1.456 confermati e 41 probabili. Il 76% dei casi è stato notificato da 6
regioni (Lombardia, Veneto, Emilia- Romagna, Toscana, Lazio e Piemonte), il
rimanente 24% dalle rimanenti 14 Regioni e Province Autonome. L'incidenza della
legionellosi in Italia nel 2014 è stata pari a 25,1 casi per milione di abitanti,
in lieve incremento rispetto al 2013, con valori significativamente
più elevati nelle Regioni del Nord (39,4 casi/1.000.000 abitanti) rispetto a
quelle del Sud (6,7 casi/1.000.000), e a quelle del Centro 25,6 casi/1.000.000).
Solo il 17% dei casi ha riportato un'esposizione a rischio nei 10 giorni
precedenti l'insorgenza dei sintomi. Dei 1.497 casi notificati, 151 (10,1%) avevano pernottato almeno
una notte in luoghi diversi dall’abitazione abituale (alberghi, campeggi, navi,
abitazioni private), 62 (4,1%) erano stati
ricoverati in ospedale, 38 casi (2,5%) erano residenti in case per anziani o in
residenze sanitarie assistenziali o strutture riabilitative, 5 casi
(0,7%) avevano altri fattori di rischio (carceri, comunità chiuse). Inoltre
15 casi comunitari (1%) hanno riferito di aver frequentato piscine e 8 casi
(0,5%) di aver ricevuto cure odontoiatriche. Il numero di casi nosocomiali
(62, di cui 18 di origine nosocomiale confermata) e il numero di casi associati
ai viaggi (252) non hanno mostrato variazioni rispetto al 2013. I casi in turisti italiani sono stati
complessivamente 151, di cui il 93,4% aveva soggiornato in albergo e il 6,6% in
campeggio. La maggioranza dei turisti
italiani ha viaggiato in Italia e solo nell'8,6% dei casi la meta del viaggio è
stata una località straniera. I casi di legionellosi verificatisi in turisti
stranieri che hanno visitato l’Italia e notificati all’ISS dall'ELDSNet sono
stati 101. Nel 2014 sono stati notificati 50 cluster associati
con altrettante strutture recettive italiane che hanno coinvolto in totale 88 turisti.
Ventidue strutture erano già state associate con casi di
legionellosi nei due anni precedenti.
Nel
2013 sono pervenute all’ISS 1.347 schede di sorveglianza relative ad
altrettanti casi di legionellosi, di cui 1.327 confermati e 20 probabili. Il
74,9% dei casi è stato notificato da 6
regioni (Lombardia, Veneto, Emilia- Romagna, Toscana, Lazio e Piemonte), il
rimanente 25,1% da 14 Regioni e Province Autonome. L'incidenza della
legionellosi in Italia nel 2013 è stata pari a 22,6 casi per milione di abitanti, quindi
stabile rispetto al 2012, con valori significativamente
più elevati nelle Regioni del Nord (31 casi/1.000.000 abitanti) rispetto a
quelle del Sud (7,8 casi/1.000.000), e a quelle del Centro 28,3 casi/1.000.000).
Solo il 16,6% dei casi ha riportato un'esposizione a rischio nei 10 giorni
precedenti l'insorgenza dei sintomi. Dei 1.347 casi notificati, 132 (9,8%) avevano pernottato almeno
una notte in luoghi diversi dall’abitazione abituale (alberghi, campeggi, navi,
abitazioni private), 62 (4,6%) erano stati
ricoverati in ospedale, 21 casi (1,5%) erano residenti in comunità chiuse, 9 casi
(0,7%) avevano altri fattori di rischio (piscine, cure odontoiatriche). Il numero di casi nosocomiali
(62, di cui la metà di origine nosocomiale certa) è
risultato in calo rispetto al 2012 (-13,9%), mentre il numero di casi associati
ai viaggi è rimasto stazionario. I casi in turisti italiani sono stati
complessivamente 132, di cui il 97,8% aveva soggiornato in albergo, il 1,5% in
campeggio e il restante 0,7% presso altre strutture. La maggioranza dei turisti
italiani ha viaggiato in Italia e solo nell'8,8% dei casi la meta del viaggio è
stata una località straniera. I casi di legionellosi verificatisi in turisti
stranieri che hanno visitato l’Italia e notificati all’ISS dall'ELDSNet sono
stati 124. Nel 2013 sono stati notificati 61 cluster associati
con altrettante strutture recettive italiane che hanno coinvolto in totale 95 turisti.
Dieci strutture erano già state associate con casi di
legionellosi nei due anni precedenti.
Nel
2012 sono pervenute all’ISS 1.350 schede di sorveglianza relative ad
altrettanti casi di legionellosi, di cui 1325 confermati e 25 presunti, con un
incremento del 33% rispetto al 2011. Il 76,6% dei casi è stato notificato da 6
regioni (Lombardia, Veneto, Emilia- Romagna, Toscana, Lazio e Campania), il
rimanente 23,4% da 15 Regioni e Province Autonome. L'incidenza della
legionellosi in Italia nel 2012 è stata pari a 22,7 casi per milione di
popolazione, quindi in aumento rispetto al 2011, con valori significativamente
più elevati nelle Regioni del Nord (32 casi/1.000.000 abitanti) rispetto a
quelle del Sud e Isole (7 casi/1.000.000), e a quelle del Centro 29 casi/1.000.000).
Resta da chiarire se l'incremento dei casi osservato nel 2012 sia reale o dovuto
a problemi nell'attendibilità della diagnosi, a causa di lotti difettosi di un
kit per la rilevazione dell'antigene urinario di Legionella che davano
risultati falsi positivi. Dei 1.350 casi notificati, 72 (5,3%) erano stati
ricoverati in ospedale o in clinica, 137 casi (10,1%) avevano pernottato almeno
una notte in luoghi diversi dall’abitazione abituale (alberghi, campeggi, navi,
abitazioni private), 42 casi (3,1%) erano residenti in comunità chiuse, 22 casi
(1,6%) avevano altri fattori di rischio. Il numero di casi nosocomiali è
comparabile a quello del 2011 (65 casi) ed in netta diminuzione (-35%) rispetto
ai 110 casi del 2009. Nel 2012 sono stati notificati all’ISS 251 casi di
legionellosi associata ai viaggi. I casi in turisti italiani sono stati
complessivamente 137, di cui il 93,4% aveva soggiornato in albergo, il 5% in
campeggio e il restante 1,6% presso altre strutture. La maggioranza dei turisti
italiani ha viaggiato in Italia e solo nell'8% dei casi la meta del viaggio è
stata una località straniera. I casi di legionellosi verificatisi in turisti
stranieri che hanno visitato l’Italia e notificati all’ISS dall'ELDSNet sono
stati complessivamente 114. Nel 2012 sono stati notificati 54 cluster associati
con altrettante strutture recettive italiane che hanno coinvolto in totale 92
turisti. Diciassette strutture erano già state associate con casi di
legionellosi nei due anni precedenti.
Nel
2011 sono pervenute all’ISS 1.008 schede di sorveglianza
relative ad altrettanti casi di legionellosi, di cui 979 confermati e 29
presunti, in calo rispetto al 2010. Il 74,4% circa dei casi è stato notificato
da 6 regioni (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia - Romagna, Toscana e Lazio),
il rimanente 26,6% da 15 Regioni e Province Autonome. L'incidenza della
legionellosi in Italia nel 2011 è stata pari a 16,6 casi per milione di
popolazione, con valori significativamente più elevati nelle Regioni del Nord
(25,1 casi/1.000.000 abitanti) rispetto a quelle del Sud e Isole
(5,5casi/1.000.000), e a quelle del Centro (16,6 casi/1.000.000). Dei 1.008 casi notificati, 65 (6,4%) erano stati ricoverati
in ospedale, 137 casi (13,6%) avevano pernottato almeno una notte in luoghi
diversi dall’abitazione abituale (alberghi, campeggi, navi, abitazioni private),
28 casi (2,8%) erano residenti in comunità chiuse, 2 casi (0,2%) avevano
frequentato piscine e 5 casi (0,5%) avevano effettuato cure odontoiatriche nei
10 giorni precedenti l’inizio dei sintomi. Il numero di casi nosocomiali è
rimasto stabile rispetto al 2010 (65 casi) ed in netta diminuzione (-41%)
rispetto ai 110 casi del 2009. Tuttavia la letalità dei casi acquisiti in
ospedale è risultata superiore al 58% (53% nel 2010) contro il 14,4% dei casi
comunitari, e questo dato evidenzia l'importanza di adottare negli ospedali le
migliori misure di prevenzione e controllo disponibili per ridurre al minimo il
rischio di malattia. Nel 2011 sono stati notificati all’ISS 249 casi di
legionellosi associata ai viaggi. I casi in turisti italiani sono stati
complessivamente 137, di cui il 91% aveva soggiornato in albergo, il 6% in
campeggio e il restante 3% presso altre strutture. La maggioranza dei turisti
italiani ha viaggiato in Italia e solo nel 6,6% dei casi la meta del viaggio è
stata una località straniera. I casi di legionellosi verificatisi in turisti
stranieri che hanno visitato l’Italia e notificati all’ISS dall'ELDSNet sono
stati complessivamente 112. Nel 2011 sono stati notificati 46 cluster associati
con altrettante strutture recettive italiane che hanno coinvolto in totale 82
turisti. Quattordici strutture erano già state associate con casi di
legionellosi nei due anni precedenti. Sia il numero di casi di legionellosi
associata ai viaggi che quello dei cluster associati con strutture recettive è
aumentato rispetto al 2009.
In Italia nel periodo
2000-2011 sono pervenute all'Istituto
Superiore di Sanità 9.803 schede di sorveglianza relative ad altrettanti casi di
legionellosi. L'età media dei casi era di 63 anni, con un rapporto maschi/femmine
pari a 2,6. Il numero dei casi è stato in costante aumento, con 192 casi nel
2000, 1.235 nel 2010 e 1.008 nel 2011, presumibilmente per una maggiore
attenzione alla diagnosi ed alla notifica. E' però ancora evidente un notevole
gradiente geografico, con le regioni del Nord Italia che riportano il numero
maggiore di casi e quelle del Sud e del Centro il numero più basso. Il 73% dei
casi erano di origine comunitaria, il 13,5% associati ai viaggi, il 9,3%
nosocomiali ed il 2,3% acquisiti in struttura socio-assistenziali.
Nel
2010 sono pervenute all’ISS 1.234 schede di
sorveglianza relative ad altrettanti casi di legionellosi, di cui 1.184
confermati e 50 presunti, senza sostanziali variazioni rispetto al 2009. Il 76%
circa dei casi è stato notificato da 6 regioni (Lombardia, Piemonte, Veneto,
Emilia - Romagna, Toscana e Lazio), il rimanente 24% da 14 Regioni e Province
Autonome, una sola regione (Molise) non ha notificato alcun caso. L'incidenza
della legionellosi in Italia nel 2010 è stata pari a 20 casi per milione di
popolazione, con valori significativamente più elevati nelle Regioni del Nord
(31,2 casi/1.000.000 abitanti) rispetto a quelle del Sud (6 casi/1.000.000),
mentre al Centro il valore si avvicina alla media europea (20,6 casi/1.000.000).
Un caso particolare è rappresentato dalla provincia Autonoma di Trento, nella
quale l'incidenza della legionellosi è particolarmente elevata ed in costante
aumento dal 2006; nel 2010 l'incidenza ha raggiunto i 97 casi per milione di
abitanti (considerando sia i casi comunitari che nosocomiali), probabilmente per
la presenza di ceppi particolarmente virulenti o per l'elevata efficienza nella
sorveglianza e nella diagnosi della malattia in questa area. Dei 1.234 casi notificati, 65 (5,3%) erano stati ricoverati
in ospedale, 129 casi (10,5%) avevano pernottato almeno una notte in luoghi
diversi dall’abitazione abituale (alberghi, campeggi, navi, abitazioni private),
42 casi (3,4%) erano residenti in comunità chiuse, 18 casi (1,5%) avevano
frequentato piscine e 6 casi (0,5%) avevano effettuato cure odontoiatriche nei
10 giorni precedenti l’inizio dei sintomi. I casi nosocomiali hanno avuto un
notevole decremento, passando da 110 nel 2009 a 65 nel 2010. Tuttavia la
letalità dei casi acquisiti in ospedale è risultata superiore al 53% (34% del
2009) contro il 13% dei casi comunitari, e questo dato evidenzia l'importanza di
adottare negli ospedali le migliori misure di prevenzione e controllo
disponibili per ridurre al minimo il rischio di malattia. Nel 2010 sono stati notificati all’ISS 232 casi di
legionellosi associata ai viaggi. I casi in turisti italiani sono stati
complessivamente 129, di cui il 93% avevano soggiornato in albergo, il 4% in
campeggio e il restante 3% presso altre strutture. La maggioranza dei turisti
italiani ha viaggiato in Italia e solo nel 10% dei casi la meta del viaggio è
stata una località straniera. I casi di legionellosi verificatisi in turisti
stranieri che hanno visitato l’Italia e notificati all’ISS dall'ELDSNet sono
stati complessivamente 103. Nel 2010 sono stati notificati 33 cluster associati
con altrettante strutture recettive italiane che hanno coinvolto in totale 50
turisti. Undici strutture erano già state associate con casi di legionellosi nei
due anni precedenti. Il numero di casi di legionellosi associata ai viaggi è
leggermente diminuito rispetto al 2009, passando da 281 a 232 casi (-17,4%).
Anche il numero di cluster associati con strutture recettive è diminuito, così
come il numero di strutture già associate con casi di legionellosi.
Nel
2009 sono pervenute all’ISS 1.200 schede di
sorveglianza relative ad altrettanti casi di legionellosi, di cui 1.146
confermati e 54 presunti, senza sostanziali variazioni rispetto al 2008. L'80%
circa dei casi è stato notificato da 6 regioni (Lombardia, Piemonte, Veneto,
Emilia - Romagna, Toscana e Lazio), il rimanente 20% da 14 Regioni e Province
Autonome, una sola regione (Basilicata) non ha notificato alcun caso. Rispetto
al 2008 in Toscana, in Emilia-Romagna, in Calabria e nella Provincia Autonoma di
Bolzano si è registrato un lieve incremento nel numero dei casi segnalati,
mentre in Friuli-Venezia Giulia, Umbria e Basilicata si è registrata una
discreta diminuzione. Sia per quanto riguarda la diminuzione dei casi che per
l’aumento degli stessi, rimane da chiarire se ciò può essere attribuibile
rispettivamente a un'aumentata sorveglianza ambientale o a una maggiore
sensibilizzazione nella notifica di questa malattia. Dei 1.200 casi notificati, 110 (9,2%) erano stati
ricoverati in ospedale o in clinica, 178 casi (14,7%) avevano pernottato almeno
una notte in luoghi diversi dall’abitazione abituale (alberghi, campeggi, navi,
abitazioni private), 33 casi (2,8%) erano residenti in comunità chiuse, 33 casi
(2,8%) avevano frequentato piscine e 13 casi (1,1%) avevano effettuato cure
odontoiatriche nei 10 giorni precedenti l’inizio dei sintomi. Un importante
aumento rispetto al 2008 hanno avuto i casi nosocomiali con un 40% in più di
cluster (25 nel 2009 contro i 15 del 2008). Elevata, inoltre, rimane la letalità
delle infezioni acquisite in ospedale (34% contro il 12% della letalità dei casi
comunitari) che impone una maggiore attenzione ai programmi di valutazione,
minimizzazione e gestione del rischio da Legionella nelle strutture sanitarie. Nel 2009 sono stati notificati all’ISS 281 casi di
legionellosi associata ai viaggi. I casi in turisti italiani sono stati
complessivamente 178, di cui l’86% avevano soggiornato in albergo, il 5,6% in
campeggio e il restante 8,4% presso altre strutture. La maggioranza dei turisti
italiani ha viaggiato in Italia e solo nel 10% dei casi la meta del viaggio è
stata una località straniera. I casi di legionellosi verificatisi in turisti
stranieri che hanno visitato l’Italia e notificati all’ISS dall'EWGLINET sono
stati complessivamente 103. Nel 2009 sono stati notificati dallo EWGLINET 40
cluster associati con altrettante strutture recettive italiane che hanno
coinvolto in totale 50 turisti. Sedici strutture erano già state associate con
casi di legionellosi nei due anni precedenti. Il numero di casi di legionellosi
associata ai viaggi è rimasto pressoché invariato rispetto al 2008, tuttavia è
molto preoccupante l’elevato numero di cluster notificati nel 2009, che fa sì
che l’Italia si collochi al primo posto fra i Paesi europei per numero di
cluster associati al soggiorno presso strutture recettive. Questo dato dovrebbe
suggerire agli operatori del settore di mettere in atto o di migliorare le
misure preventive per contenere la contaminazione ambientale da Legionella come
suggerito dalle linee guida per i gestori delle strutture turistico-recettive. L’incidenza della legionellosi rimane comunque ancora
sottostimata nel nostro Paese, soprattutto nelle Regioni del Sud, dove
l’incidenza media della legionellosi è pari a un quarto della media nazionale (5
casi/1.000.000 nel Sud, vs 20 casi/1.000.000 a livello nazionale).
Nel
2008 sono pervenute all’ISS 1.189 schede di
sorveglianza relative ad altrettanti casi di legionellosi, di cui 1.136
confermati e 53 presunti, con un aumento del 38% rispetto al 2007. Il 78% dei
casi è stato notificato da 6 regioni (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia -
Romagna, Toscana e Lazio), il rimanente 22% da 14 regioni e Province Autonome,
mentre il Molise non ha notificato alcun caso. Nel 2008 i casi nosocomiali
segnalati sono stati 85 (7,1% dei casi totali notificati) mentre 179 casi (15%)
avevano soggiornato almeno una notte in luoghi diversi dalla propria abitazione
(alberghi, campeggi, navi, case private), 28 casi (2,4%) erano residenti in
comunità chiuse, 41 casi (3,4%) avevano frequentato piscine e 10 casi (0,8%)
avevano effettuato cure odontoiatriche nei 10 giorni precedenti l’inizio dei
sintomi. Nel 2008 sono stati notificati complessivamente 283 casi di
legionellosi associata ai viaggi: i casi in turisti italiani sono stati 179
mentre quelli verificatisi in turisti stranieri, e quindi notificati all'ISS
dall’EWGLINET, sono stati 104. Inoltre l’EWGLINET ha notificato 61 cluster
associati ad altrettante strutture recettive italiane che hanno riguardato in
totale 78 turisti, dei quali 42 erano italiani e 36 stranieri. Nel 2008
nonostante l’aumento del numero totale dei casi, il numero di casi nosocomiali e
dei casi associati ai viaggi è rimasto pressoché costante con una conseguente
riduzione delle relative proporzioni (7,1% di casi nosocomiali nel 2008 vs 10%
nel 2007 e 15% di casi associati al soggiorno presso strutture recettive vs il
22% dello scorso anno). È difficile dire se questa riduzione sia dovuta a una
maggiore attenzione all'applicazione di interventi preventivi nelle strutture
recettive e sanitarie o sia semplicemente un riscontro casuale, solo l’andamento
della malattia nei prossimi anni potrà chiarire la situazione.
Nel
2007 sono pervenute all’ISS 862 schede di sorveglianza
relative ad altrettanti casi di Malattia dei Legionari, di cui 816 confermati e
46 presunti, con un decremento del 7% rispetto al 2006. Il 75% dei casi è stato
notificato da 6 regioni (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia - Romagna, Toscana
e Lazio), il rimanente 25% da 14 regioni e Province Autonome, mentre il Molise
non ha notificato alcun caso. Nel 2007 i casi nosocomiali segnalati sono stati
86 (10% dei casi totali notificati) mentre 186 casi (22%) avevano soggiornato
almeno una notte in luoghi diversi dalla propria abitazione (alberghi, campeggi,
case private), 17 casi (2%) erano residenti in comunità chiuse, 33 casi (3,8%)
avevano frequentato piscine e 10 casi (1,2%) avevano effettuato cure
odontoiatriche nei 10 giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi. Nel 2007 sono
stati notificati complessivamente 329 casi di legionellosi associata ai viaggi:
i casi in turisti italiani sono stati 186 mentre quelli verificatisi in turisti
stranieri, e quindi notificati all'ISS dall’EWGLINET, sono stati 143. Inoltre
l’EWGLINET ha notificato 61 cluster associati ad altrettante strutture recettive
italiane che hanno riguardato in totale 142 turisti, dei quali 74 erano
italiani e 68 stranieri. L'incidenza della legionellosi in Italia nel 2007 è di
circa 15 casi per milione di popolazione e non si apprezzano sostanziali
differenze nella distribuzione dei casi comunitari, nosocomiali e associati ai
viaggi rispetto agli anni precedenti, tranne che per la letalità dei casi di
origine nosocomiale che è risultata più elevata rispetto al 2006 (37,5% vs
8,7%), anche se questo dato va interpretato con cautela perchè spesso l'esito
della malattia non viene riportato sulla scheda di sorveglianza.
Nel
2006 sono pervenute all’ISS 923 schede di sorveglianza
relative ad altrettanti casi di Malattia dei Legionari, di cui 890 confermati e
33 presunti, con un incremento pari al 6% rispetto al 2005. L'incidenza della
legionellosi in Italia nel 2006 è pari a circa 16 casi per milione di
popolazione e, nonostante il lieve aumento del numero dei casi rispetto all'anno
precedente, non si apprezzano sostanziali differenze nella distribuzione dei
casi nosocomiali (10%), comunitari e associati ai viaggi.
Nel
2005 sono pervenute all’ISS 869 schede di sorveglianza
relative ad altrettanti casi di Malattia dei Legionari, di cui 826 confermati e
43 presunti, con un incremento del 40% rispetto al 2004. E’ però difficile dire
se tale incremento sia legato ad un reale aumento delle infezioni o al
miglioramento delle possibilità diagnostiche e ad una maggiore attenzione alla
diagnosi e notifica da parte degli operatori sanitari. La malattia resta
comunque ampiamente sottostimata, soprattutto nelle regioni del Centro-Sud.
L'incidenza della legionellosi in Italia nel 2005 è pari a 15 casi per milione
di popolazione e, a fronte di un aumento dei casi comunitari, si apprezza una
sensibile diminuzione dei casi nosocomiali (che passano dal 16% del 2004 al 9%)
e della letalità (che passa dal 14% all'8,2%). Rimane invece pressoché invariata
la proporzione di casi di legionellosi associati ai viaggi (14%) e quella di
casi classificati come comunitari per i quali l'origine dell'infezione non è
nota.
Negli anni
2002,
2003 e
2004 i casi notificati sono stati circa
600 l'anno, nel 2001 325 (il 70% in più del 2000) e nel periodo 1983-2000 1440
casi in totale, anche se in base alle stime europee i casi incidenti in Italia
dovrebbero essere oltre 1000 l’anno.
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