MODALITA' DI INFEZIONE | |
Legionella spp si trasmette all’uomo attraverso l’inalazione di aerosol contaminati, quindi tutti i luoghi in cui si può entrare a contatto con acqua nebulizzata possono considerarsi a rischio. Non sono stati segnalati casi di trasmissione interumana. I
primi casi di legionellosi sono stati associati alla contaminazione di
impianti di climatizzazione, torri evaporative e sistemi di raffreddamento. Attualmente
in Italia le infezioni derivano prevalentemente dalla
contaminazione dei sistemi di distribuzione dell’acqua. Episodi
sporadici e/o clusters epidemici sono stati segnalati in ospedali, case di
cura, studi odontoiatrici, alberghi, campeggi, impianti termali e ricreativi
(palestre, piscine, idromassaggi), giardini e campi da golf con sistemi di
irrigazione a spruzzo e/o fontane decorative, navi da crociera. In
circa il 60% dei casi non si riesce a risalire alla fonte di infezione
ambientale, e questo è presumibilmente dovuto alle molteplici occasioni di
esposizione. Da
uno studio condotto a livello nazionale sulla diffusione di Legionella
spp nell'acqua calda delle abitazioni (Gruppo multicentrico di studio sulla
legionellosi in Italia), è emerso che il 22,6% delle case era colonizzato da
Legionella, con concentrazioni maggiori/uguali a 1.000 ufc/l nel
54,6% dei casi, e che la specie più diffusa era L. pneumophila (oltre l'80%
dei campioni esaminati). Lo studio dei fattori di rischio ha evidenziato che
risiedere ai piani elevati di un condominio di grandi dimensioni, con un
sistema di riscaldamento centralizzato e realizzato da più di dieci anni
costituisce un rischio significativo per la colonizzazione. Da
un'indagine analoga condotta
negli
alberghi, è emerso
che il 75% delle strutture esaminate presentava una contaminazione da
Legionella nell’acqua calda sanitaria, con frequente presenza di L.
pneumophila sierogruppo 1, ossia del sierogruppo maggiormente associato
con la comparsa di malattia.
Il principale fattore di
rischio per la contaminazione degli alberghi è rappresentato dalla vetustà
dell’edificio, mentre la temperatura dell’acqua >60°C alla produzione e
>55°C ai rubinetti svolge un’azione protettiva. Inoltre, un eccesso di cloro
libero residuo e un’acqua troppo dolce sembrano favorire la presenza di
L. pneumophila sierogruppo 1. Va
sottolineato che non è stato dimostrato un maggior rischio di malattia in
coloro che abitano in ambienti contaminati, quindi la malattia rimane un
evento molto raro, soprattutto tra le persone sane. In
letteratura sono riportati diversi casi di infezione in neonati (a causa
della presenza di Legionella nell'acqua della vasca dove è avvenuto
il parto) e in pazienti con ferite chirurgiche (a causa di aspirazione,
instillazione e/o aerosolizzazione di acqua contaminata durante la terapia
respiratoria). Nonostante
i numerosi siti di potenziale infezione, i casi segnalati restano
relativamente limitati, in parte perché misconosciuti ed in parte perché
non sono ancora del tutto chiari i meccanismi di protezione degli esposti. |